Tagikistan: a casa del cacciatore

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Tagikistan: altopiano del Pamir, lungo la strada M41

Un uomo dal viso scuro ci ha seguito fino in cima alla collinetta, mentre noi stiamo fotografando il tramonto su Murghab con lo sfondo dei monti del Pamir. Mi dice qualcosa che non riesco a decifrare. Io lo guardo rispondendo in un inglese che so essere inutile. Mi indica una casa. Siamo suoi ospiti. Se quella che ci offre sia una cena o uno spuntino non mi è chiaro. Prende un pezzo di pane e lo sbriciola su tutto il tavolo, mentre la moglie serve un tè caldo, prima di portare una tazzina di burro, giallo come una banana. Al mercato di Murghab non ho visto molto cibo. Sull’altopiano del Pamir la gente si arrangia con quello che ha, che è poco, e arriva di tanto in tanto con un camion dal Kirghizistan. La casa è buia, riconosco appena i visi delle persone accucciate nella penombra intorno al tavolo. Noi abbiamo già cenato alla guesthouse, una zuppa di patate e cipolla, e allora io mi limito a qualche pezzo di pane e due tazze di tè. Dove la gente ha poco, condivide tutto, e in queste lande remote del Pamir potrebbero ammazzare un animale, magari l’ultimo, solo per rifocillare un viaggiatore. Spirito e accoglienza nomade. Scattiamo una foto ricordo nella casa buia.

–> Foto e racconto del viaggio in Tagikistan e Kirghizistan

–> il mio libro Pamir Express, in viaggio in Asia centrale

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